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Rassegna stampa Make Group 12.4

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Piano Transizione 5.0: via libera ai 13 miliardi di euro previsti per le imprese, compreso le micro e piccole

TRANSIZIONE 5.0: Spezzamonte: “Ottima opportunità per il settore industriale che si affianca alle agevolazioni Industria 4.0, ma ora più che mai la parola d’ordine è saper ottimizzare la pianificazione degli investimenti e delle attività necessarie per l’ottenimento di agevolazioni e bandi”. 

Ormai è ufficiale: il Piano Transizione 5.0 è ai ranghi di partenza. È stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il decreto legge 2 marzo 2024, n. 19 che, all’articolo 38, contiene il testo definitivo del piano Transizione 5.0. Il provvedimento, già in vigore dal 2 marzo 2024, dovrà essere convertito e reso attuativo dal Parlamento entro 60 giorni e prevederà un nuovo credito d’imposta per gli investimenti effettuati nel biennio 2024-2025 in relazione al piano Transizione 5.0, piano che sostiene il processo di trasformazione digitale ed energetica delle imprese.

“Siamo ad oggi in una fase di attuazione del Provvedimento e di valutazione se usufruire delle tuttora presenti agevolazioni previste dal piano Industria 4.0 o sfruttare le nuove agevolazioni previste dal piano Transizione 5.0. Le maggiori aliquote previste dal piano Transizione 5.0 non implicano per forza di cose una maggiore convenienza rispetto al piano Industria 4.0 ancora in vigore, anche in virtù del principio di cumulabilità tra diverse agevolazioni a valere sugli stessi costi”

afferma Mark Spezzamonte, Managing Director di Make Finance, divisione di Make Group specializzata in finanza agevolata.

“Bisognerà inoltre aspettare maggiori chiarimenti in quanto, ad oggi, parliamo di un provvedimento che presenta non poche complessità sia in termini di accessibilità che di fruibilità del beneficio, ad esempio viene richiesta una diagnosi energetica ex ante del proprio processo produttivo ed una prenotazione del beneficio”

aggiunge Spezzamonte.

Ma cosa prevede esattamente la norma? Il Provvedimento legge prevede un nuovo stanziamento complessivo nel biennio 2024 – 2025 di 6,3 miliardi di euro. Una dotazione finanziaria che si aggiunge ai 6,4 miliardi di euro dell’ancora in vigore  Piano Industria 4.0 volti a  supportare ed incentivare le aziende oltre che nella trasformazione digitale anche in ottica di transizione ecologica. Possono beneficiare tutte le imprese residenti in Italia a prescindere dalla forma giuridica, dal settore economico, dalla dimensione e dal regime fiscale adottato per la determinazione del reddito d’impresa. Le agevolazioni sono riconosciute per i nuovi investimenti effettuati nel biennio in strutture produttive che si trovano nel territorio dello Stato, a patto che le innovazioni realizzate comportino una riduzione dei energetici dell’unità produttiva di almeno il 3%, che sale al 5% se calcolata sul processo programmato per l’investimento.

Per accedere al credito d’imposta sarà necessario inviare la richiesta telematica utilizzando il modello standardizzato messo disposizione dal Gestore dei servizi energetici (GSE) e la documentazione prescritta dall’articolo 38 del decreto legge, insieme a una comunicazione riguardante la descrizione e il costo del progetto di investimento.

“un iter di accesso all’agevolazione non banale e di per sé diverso rispetto al passato” – prosegue Spezzamonte. “Cruciale  sarà la definizione dei contenuti del decreto attuativo nonché fornire alle imprese, in tempi compatibili con le strategie di investimento, informazioni chiare e precise di accessibilità agli strumenti agevolativi”.

Come si è potuto vedere, sono tanti gli aspetti che dovranno essere approfonditi nel decreto attuativo che dovrà essere emanato dal Ministro delle Imprese e del Made in Italy entro 60 giorni dall’entrata in vigore del decreto-legge.

“Con il piano Transizione 5.0 si conferma ad oggi ancora di più indispensabile la necessità  di ottimizzare la pianificazione degli investimenti con l’obiettivo di individuare la migliore combinazione di agevolazioni e bandi a cui le imprese hanno diritto. Vista la complessità normativa, Il “fai da te” non è consigliabile.  Collaborare con una società di consulenza specializzata in finanza agevolata diventa quindi una scelta strategica per le imprese che mirano a navigare con successo il complesso mondo delle agevolazioni fiscali e dei bandi, ottenendo con efficacia risultati concreti e misurabili”

conclude  Spezzamonte. 

 

Industria 5.0 e Lean Management. Make Group propone un modello sinergico e concreto per le micro e piccole medie imprese

Il nuovo paradigma organizzativo rappresenta un completamento di industria 4.0  e metodo Lean puntando sulla sostenibilità, sulla resilienza e approccio human centric. Abbiamo scoperto quello che sapevamo già. Le persone.

“Abbiamo scoperto quello che già sapevamo. La tecnologia e le macchine da sole non fanno nulla se non ci sono persone allenate a guidare questi nuovi sistemi verso la giusta direzione”

afferma Ing. Matteo Busato A.D. Make Group società di consulenza strategica ed operativa specializzata in Lean Management e sviluppo d’impresa.

«Una carenza strutturale ben conosciuta dai molti imprenditori che ci danno fiducia e ci chiedono supporto nell’integrazione digitale dei processi aziendali»

afferma Matteo Busato.

«Quello che spesso abbiamo vissuto negli ultimi anni all’interno delle aziende è che nonostante vediamo l’implementazione di beni strumentali ad elevato contenuto tecnologico, questi più di qualche volta non  vengono  utilizzati a dovere  in quanto mancano le competenze».

Il termine ormai noto di industria 4.0 ha indicato in questi ultimi anni una tendenza verso l’ automazione industriale che integra diverse nuove tecnologie in particolari digitali per migliorare le condizioni di lavoro, aumentare la produttività e la qualità dei sistemi di produzione.  Oggi però un nuovo paradigma è nato per le nostre organizzazioni, industria 5.0: un modello di impresa caratterizzato da una maggiore cooperazione uomo-macchina, con l’obiettivo di dare un valore aggiunto alle organizzazioni  in modo da creare prodotti  e servizi personalizzati che rispettino le esigenze dei consumatori e anche l’ambiente. Si tratta di un’evoluzione naturale dell’industria 4.0 e si basa sullo sviluppo di tecnologie sempre più potenti, in particolare nei settori dell’ Ict (information and communication technologies), AI (intelligenza artificiale) e robotica. Questa transizione necessita di una evoluzione delle competenze che le persone dovranno acquisire, se non già a loro disposizione, per gestire e guidare al meglio le tecnologie.  Ecco perché ancora una volta il paradigma 4.0 prima e ora 5.0 sembra inserirsi bene nel solco della visione Lean Management. Molte sono le aziende che ormai hanno compreso l’importanza di applicare i principi del Lean, anche per le micro e piccole medie imprese.

«E’ chiaro che non si può pensare di applicare metodi e strumenti utilizzati dalle grandi imprese ad una struttura artigianale, ma molti concetti sono buoni indipendentemente dalla dimensione e settore di appartenenza. Bisogna saperci fare, non basta conoscere, la concretezza è fondamentale, il mercato non ti paga per quello che sai ma per quello che fai, e lo devi fare bene, molto bene»

afferma Busato. Molte delle pratiche che costituiscono il modello Lean hanno già subito una prima ibridazione con le tecnologie digitali, ad esempio la tecnica Kanban è  evoluta verso il “Kanban  elettronico”, anche nella pratica del TPM (Total Productive Maintenance) ci sono molti punti di contatto con il modello 4.0 prima e ora industria 5.0.

Ecco che allora industria 5.0 e Lean Management diventa un modello di impresa che ha l’obiettivo di dare un maggior valore aggiunto alle organizzazioni in modo da aumentare la competitività e contestualmente rispettare personale e ambiente.

«E’ bene infine ricordare che fra i pilastri del modello Lean Management vi è la vocazione alla semplicità e la tendenza a puntare alla semplificazione dei problemi più che sulla strutturazione di soluzioni complesse»

conclude Busato.

Approccio human centric. Il posto di lavoro non si perde, evolve e si trasforma. La capacità di cogliere queste sfide diventa fondamentale per tutti. La tecnologia deve essere utilizzata per adattare i processi alle esigenze delle persone e valorizzare ancora di più le abilità e competenze al servizio dell’impresa.

L’importanza della resilienza. Avere la capacità di adattarsi a situazioni avverse e trasformare un problema in una opportunità è la sfida per ogni imprenditore. Un obiettivo del nuovo paradigma 5.0 è proprio quello di supportare la capacità di resistere e adattarsi al cambiamento. Negli ultimi anni abbiamo visto e vissuto situazioni complesse come il covid, alcuni ne sono usciti più forti di prima, altri invece hanno subito l’imprevisto e non sono riusciti a trovare una nuova via.

La sfida della sostenibilità. Un trend che ormai si è avvisato e che ognuno di noi non può più trascurare, ne siamo coinvolti tutti e chi prima chi dopo dovremmo rispondere a questa esigenza. Sviluppare sistemi organizzativi che rispettino di più l’ambiente, utilizzando più energie rinnovabili e progettando processi circolari che riutilizzino e riciclino le risorse naturali, riducendo scarti e minimizzando l’impatto ambientale.

Passaggio generazionale in azienda? Come trasformarlo in una grande opportunità

Sempre più imprese trovano nel passaggio generazionale un’opportunità di miglioramento, innovazione e sviluppo. Come? Casi concreti di aziende che hanno affrontato questo percorso.

Stando ai dati in Italia, circa l’85% delle imprese sono di tipo familiare, un quarto delle attuali aziende ha un leader che ha più di 70 anni e solo il 30% di esse sopravvive con la seconda generazione. Questo accade perché il passaggio generazionale non è un evento legato al naturale passare degli anni ma è un processo che dovrebbe essere pianificato e affrontato con tutta la struttura aziendale, prevedendo un affiancamento adeguato.

Tutte cose che, invece, troppo spesso vengono completamente ignorate, lasciando i protagonisti di questa difficile sfida all’ improvvisazione e alle mille insidie con tutti i danni che ne derivano. Prova ne sia che solo il 18% delle aziende familiari prevede di pianificare e affrontare il passaggio generazionale. (fonte AUB, Istat). Si stima che per un’azienda familiare su cinque, il tema del passaggio generazionale dovrà essere affrontato nei prossimi cinque anni.

Make Group azienda di Scorzè (Ve) da anni affianca le piccole medie imprese nell’affrontare questo momento e trasformarlo in una grande opportunità tramite un percorso di riorganizzazione aziendale secondo alcuni principi che fanno parte della metodologia Lean Management. Make Group ha messo a punto un approccio molto concreto ed operativo per le piccole medie imprese per realizzare percorsi di efficienza organizzativa, innovazione strategia e controllo di gestione oltre allo sviluppo delle risorse umane. Un percorso consulenziale e formativo pensato su misura permette alle aziende di liberare tempo e risorse ma soprattutto creare una struttura autonoma e indipendente tramite processi e procedure che funzionano.

«Siamo tutti i giorni nelle aziende e troppo spesso vedo amici imprenditori che sono riusciti a creare delle bellissime realtà che danno lavori a decine di persone e famiglie ma non sono ancora riusciti a creare una struttura autonoma o quantomeno indipendente da loro. Uno dei nostri obiettivi all’interno dell’organizzazione è creare un sistema di processi, procedure, definire compiti e competenze per valorizzare al massimo le risorse presenti in azienda e far crescere l’impresa senza la presenza costante e indispensabile dell’imprenditore. Questo approccio aiuta decisamente anche il passaggio generazionale»

afferma Matteo Busato, A.D Make Group srl.

«Abbiamo già accompagnato decine di realtà del nostro territorio ad affrontare con successo le sfide del passaggio generazionale. È un momento importante che può diventare una fonte di grande opportunità e un momento di crescita importante se gestito con i giusti strumenti»

conclude Busato.

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