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La manutenzione autonoma è una metodologia applicata principalmente nell’ambito della Manutenzione Produttiva Totale (TPM), che prevede il coinvolgimento diretto degli operatori nel mantenimento e nella cura delle macchine e delle attrezzature che utilizzano. Gli operatori sono addestrati a eseguire attività di base di manutenzione come la pulizia, la lubrificazione, il controllo e le piccole riparazioni, senza dover sempre ricorrere al personale specializzato.

La manutenzione autonoma consente di:

  • Aumentare la produttività: riducendo i tempi di fermo macchina grazie a interventi rapidi e costanti da parte degli operatori.
  • Responsabilizzare gli operatori: coinvolgendoli attivamente nel monitoraggio delle attrezzature, migliorando così la conoscenza del funzionamento delle macchine e la loro sensibilità verso eventuali anomalie.
  • Ridurre i costi di manutenzione: minimizzando la necessità di interventi esterni e prevenendo problemi prima che diventino critici.
  • Promuovere la cultura della cura e prevenzione: rendendo ogni operatore parte integrante del processo di miglioramento continuo, con un focus sulla prevenzione piuttosto che sulla reazione ai guasti.

In sintesi, la manutenzione autonoma non solo migliora l’efficienza operativa, ma favorisce anche una maggiore consapevolezza e partecipazione del personale.

 

Indice dei contenuti

I 7 step della manutenzione autonoma

I 7 step della Manutenzione Autonoma rappresentano un percorso strutturato per rendere gli operatori autonomi nella cura delle macchine e nella prevenzione dei guasti. Questi passaggi fanno parte del TPM e coinvolgono il personale operativo nella manutenzione ordinaria e nel monitoraggio costante delle attrezzature.

 

1. Pulizia iniziale

Gli operatori eseguono una pulizia approfondita delle macchine, eliminando sporco, polvere e residui. Questo passaggio aiuta a identificare eventuali anomalie nascoste, come perdite o componenti danneggiati. La pulizia iniziale non è solo estetica ma serve a migliorare la comprensione del funzionamento della macchina e le sue condizioni attuali.

 

2. Rimedi alle fonti di sporco e punti difficili da ispezionare

Dopo la pulizia iniziale, vengono identificate le fonti principali di sporco e le aree difficili da ispezionare. Si prendono provvedimenti per ridurre la generazione di sporcizia e facilitare l’accesso per la pulizia e l’ispezione. Questo aiuta a prevenire il ritorno rapido dello sporco e delle condizioni che possono causare guasti.

 

3. Sviluppo degli standard di ispezione, pulizia, lubrificazione e serraggio

Questa fase è fondamentale per trasformare le attività di manutenzione autonoma da pratiche occasionali a procedure strutturate e ripetibili. Lo sviluppo di standard chiari e ben definiti permette agli operatori di eseguire compiti di manutenzione in modo coerente, riducendo al minimo il rischio di errori e di trascurare dettagli critici.

Ispezione

L’ispezione regolare è il cuore della manutenzione autonoma, poiché permette agli operatori di identificare problemi potenziali prima che si trasformino in guasti. In questo contesto, lo standard di ispezione stabilisce:

  • Cosa ispezionare: componenti critici, come cuscinetti, cinghie, motori, sensori e altri elementi soggetti a usura o malfunzionamenti.
  • Quando ispezionare: frequenza delle ispezioni, che può variare a seconda dell’intensità di utilizzo della macchina. Alcune parti potrebbero richiedere ispezioni giornaliere, altre settimanali o mensili.
  • Come ispezionare: procedure specifiche per l’ispezione, includendo metodi visivi, tattili o l’utilizzo di strumenti di misurazione per valutare eventuali scostamenti dalle condizioni normali.

Un esempio di standard potrebbe essere la verifica giornaliera dello stato delle cinghie di trasmissione, con un controllo settimanale approfondito per misurarne l’allineamento e la tensione.

Pulizia

La pulizia regolare delle macchine non è solo una questione estetica, ma è essenziale per mantenere il corretto funzionamento delle attrezzature e prevenire l’usura prematura. Gli standard di pulizia definiscono:

  • Aree critiche: quali parti della macchina devono essere pulite con maggior frequenza.
  • Frequenza: la pulizia può essere quotidiana, settimanale o dopo ogni turno.
  • Strumenti e metodi: strumenti e prodotti da usare per pulire e le tecniche per non danneggiare i componenti sensibili.

Lubrificazione

La corretta lubrificazione delle parti in movimento è essenziale per ridurre l’attrito, prevenire l’usura prematura e garantire una lunga durata delle macchine. Gli standard stabiliscono:

  • Punti di lubrificazione: cuscinetti, guide lineari, giunti e altre superfici di contatto.
  • Frequenza di lubrificazione: settimanale, mensile o in base al ciclo di utilizzo.
  • Tipologia di lubrificanti: olio, grasso, lubrificanti sintetici, ecc.

Serraggio

Con il tempo, bulloni e componenti filettati possono allentarsi a causa delle vibrazioni. Per evitare guasti meccanici, è importante includere nel processo di manutenzione autonoma il controllo regolare del serraggio.

 

4. Ispezione generale

L’ispezione generale rappresenta un momento di formazione critica per gli operatori, in cui vengono istruiti a riconoscere segni precoci di problemi sulle attrezzature. Gli operatori imparano a identificare:

  • Componenti critici: parti delle macchine che subiscono maggiore stress o usura.
  • Segnali di avvertimento: sintomi di malfunzionamento come vibrazioni, rumori insoliti, perdite di liquidi.
  • Documentazione dei problemi: registrazione sistematica delle anomalie per un intervento tempestivo.

 

5. Ispezione autonoma

Gli operatori diventano autonomi nell’eseguire ispezioni preventive e piccole attività di manutenzione senza dover attendere l’intervento del personale tecnico.

 

6. Standardizzazione

La creazione di procedure operative standard (SOP) garantisce coerenza e uniformità nell’esecuzione delle attività di manutenzione.

 

7. Completamento della manutenzione autonoma

L’ultimo step segna il pieno completamento del processo, in cui gli operatori:

  • Sono responsabili della manutenzione dei propri macchinari.
  • Integrano la manutenzione autonoma con la manutenzione preventiva.
  • Contribuiscono attivamente al miglioramento continuo dell’azienda.

La manutenzione autonoma consente di massimizzare l’efficienza operativa, ridurre i costi di manutenzione e minimizzare i tempi di inattività. Attraverso questo approccio, gli operatori diventano protagonisti del miglioramento continuo, trasformando la manutenzione in un’attività strategica per l’azienda.

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